3 - Non rimane che lei....la sacca.
La sacca. Sono tante le analogie che vengono in mente ma una su tutte può far capire, anche ai più estranei al mondo del golf, cosa essa significhi per il golfista. Ebbene, la sacca, per un golfista, è come la borsa di Mary Poppins!
Ricordate? Ne usciva tutto quello che serviva al momento opportuno; la sacca del golfista non è da meno, ha innumerevoli tasche, di ogni misura e ugualmente riesce a contenere l'inimmaginabile. Ma....non avendo la padronanza, noi golfisti, della magia di Mary , come vedremo alle volte capita che lei, !a sacca, abbia rigurgiti inaspettati.
La dotazione di base è presto detta:
1 - Il set delle mazze da golf. Se foste Mary, all'avvicinarsi della mano, salterebbe subito su il giusto bastone con cui giocare. Ma non siete Mary, quindi dovete scegliere voi tra i quattordici che avete in sacca; se avete seguito le vicende di MrB & LdB sapete che mettendovi all'ascolto, non dico salti fuori da solo dalla sacca, ma sicuramente la vostra mano sarà guidata a scegliere il giusto bastone da ammalianti vocine.
2 - le palline. La tasca che contiene le palline appare generalmente come un'oscura cavità che mette paura quasi fosse la Bocca della Verità. Mentre la mano si infila in quell'antro oscuro, le palline si affannano ad evitarne il contatto, almeno quelle più anziane, le nuove invece incredule dei racconti sentiti dalle altre, cercano in tutti i modi il privilegio d'esser le prescelte. Se vi capita quindi di estrarre una pallina usata, senza che lo abbiate fatto di proposito, sappiate che potrebbe essere quella.....ma si, non ricordate? Quella bella pallina quasi nuova che avete ripescato dal laghetto appena qualche giorno prima! Lei è lì che aspetta di consumare la sua vendetta.
3 - Accessori di gioco. Essenziali ma non indispensabili: tee, alza pitch e marchini segna palla, costituiscono un corredo esotico, non dico come i copribastoni imbattibili sotto questo punto di vista ( credo nemmeno Mary riuscirebbe a farne uscire di così variegati dalla sua magica borsa). Sono riposti in una delle tasche piccole della sacca; alla partenza prendiamo un tee lungo da usare con il Drive ed uno corto se usiamo un ferro sui par 3; prendiamo l'alza pitch e un paio di marca palla e li mettiamo in tasca. Sul TEE della seconda buca qualcosa già accade ma sembra solo una premonizione di cui non possiamo tener conto. È alla terza buca, generalmente il par tre, che la magia della sacca si mostra in tutta la sua potenza: mettiamo la mano in tasca per estrarre il tee corto....ma la tasca sembra una cornucopia traboccante di accessori d'ogni tipo; qualcuno cade in terra altri ci punzecchiato la mano ma...il tee corto, quello che in quel momento ci serve, non si fa trovare!! Rimettiamo ordine ma, non appena arriviamo sul green, accade la stessa cosa con la ricerca del marchino. Come sia potuto accadere, bisognerebbe chiederlo a Mary.
Questa è dunque l'attrezzatura minima indispensabile per giocare a golf: non serve altro, ma....sono quattro ore di gioco, quindi, senza che alcun dubbio ci sfiori, diamo spazio alla più fervida fantasia e:
A - Il tempo. Nel senso meteorologico. Anche se siamo in presenza della più soleggiata delle giornate, certo non può mancare l'ombrello. Il vento vogliamo considerarlo? OK, prendiamo l'antivento e perché no un maglioncino maniche lunghe!! Non possiamo però ignorare che in fondo è una bella giornata di sole quindi meglio tenersi un gilè. Una delle grandi tasche della sacca si apre e ingoia tutto. Chiusa la cerniera tutto torna elegante come prima: ditemi voi se l'accostamento con la borsa di Mary sia poi così esagerato! Che dire poi delle altre piccole tasche che si riempiono degli accessori collaterali quali la protezione solare, lo stick per le labbra etc...
B - Alimenti. Quattro ore di gara mettono a dura prova i fisici più atletici, figuriamoci il nostro come si ridurrebbe se non lo supportassimo con qualche energetico alimento. Acqua o the od anche entrambi perché no. Tavolette energetiche, frutta secca, caramelle, cioccolato e poi i salati, cracker, tarallucci e magari un panino al prosciutto cotto. Ma, l'alimento principe che non manca mai è la classica banana!! La sistemi delicatamente, con cura, in una delle tasche della sacca, ma quando è il momento di mangiarla e la tiri fuori nonostante tutte le tue premure, il più delle volte è ridotta ad una poltiglia appiccicosa, a meno che tra gli accessori tu non abbia il ...porta banana!!! I fortunati possessori di questo accessorio si possono individuare anche a mezzo miglio di distanza e se quel 'coso' giallo che penzola dalla sacca è fosforescente, anche ad un miglio!
Tutto questo sparisce nella magica sacca, sempre pronta a rispondere ad ogni nostra richiesta. Tutto tranne il porta banana naturalmente; non ce ne rendiamo conto ma la sacca che ha una sua dignità cerca di occultarlo magari dietro la salvietta che ci serve per pulire i bastoni.
C - Varie ed eventuali. In questo settore la fantasia del golfista è insuperabile; mi astengo dal fare un elenco che mi porterebbe a sforare il numero di pagine previsto, e quindi lascio al lettore l'esilarante compito di allungare l'elenco a suo piacimento, io mi limito a dare il là: tavoletta segna colpi, ..…
A questo punto ci avviamo alla partenza, il carrello emette qualche cigolio, nulla di preoccupante. La leggera salita per giungere sul TEE di partenza evidenzia il peso che dovremo trascinarci dietro per 18 buche, e questo sì che ci preoccupa: ci chiediamo perché mai debba essere così pesante!! Chiediamo aiuto a Mary? Forse basterebbe ....un poco di zucchero, o una semplice parolina magica....superfragilistic?
Comunque ce ne facciamo una ragione e proseguiamo; chi non si arrende è invece la nostra magica sacca. Tenta in ogni modo di richiamare la nostra attenzione ma non siamo disposti a darle ascolto, specialmente dopo un primo colpo sparato fuori limite. Il bastone di turno viene infilato con violenza al suo posto e questo alla sacca non piace: Si domanda dove sia finito il fairplay del golfista. Un primo segnale di insofferenza ce lo dà quando, in combutta con il carrello, punta le ruote e non va più avanti; l'idea che possa essere un avvertimento non ci sfiora minimamente e continuiamo ad armeggiare con l'interruttore o con gli attacchi della batteria che non capisce tanto accanimento. Di colpo tutto torna a funzionare e ci autoincensiamo per la nostra abilità nel mettere a posto le cose. Si riparte. Il secondo avvertimento giunge mentre stiamo tranquillamente conversando con i compagni di gioco e camminiamo per andare ad effettuare il colpo successivo. Carrello e sacca partono, senza il nostro permesso; la leggera salita li fa impennare come un cavallo imbizzarrito, ed un attimo dopo la metà delle mazze sono fuori, dalle tasche aperte ne esce di tutto; ci precipitiamo ad afferrarlo cercando di girare l'interruttore su off. Inutile dire che quell'improvvisa manovra avrà le sue conseguenze ....sulla nostra schiena!
Finalmente con l'aiuto dei compagni tutto torna al suo posto. Si prosegue. Buca 14. Un fantastico secondo colpo al green ci mette serenità. Costeggiando il lago arriviamo davanti al green con il put già in mano, e molliamo sacca e carrello. Leggero cigolio. Un put di non più di un metro ci separa dal birdy che raramente ci capita di realizzare a questa buca. Sento di farcela. Back-forward, movimento perfetto del put......un urlo lacera l'aria e il tocco palla si perde nella imprecazione successiva. Ci voltiano all'unisono verso la fonte che continua a urlare ed a sbracciarsi; quando capiamo è troppo tardi. Metà della sacca è già sommersa nell'acqua del lago che inesorabile continua ad ingoiarla. La mente va al telefonino, al portafoglio, e a tutti i cari oggetti riposti fiduciosamente nella sacca. Dovremmo essere Mary, ma invece con il nostro gesticolare somigliamo sempre più all'incauto aiutante di mago Merlino in Fantasy. Tentiamo un disperato impossibile salvataggio, ma presto ci arrendiamo. Seduti a bordo lago aspettiamo la squadra di recupero chiamata dai nostri amici. Un gorgoglio richiama la nostra attenzione, guardiamo l'acqua incresparsi mentre emette piccole bollicine d'aria. Un filo di speranza. Emergono, uno dopo l'altro, tee e marchini colorati; una grossa carpa li punta come fosse uno squalo che abbia fiutato la preda e ad un tratto, come fosse stato sparato da un sottomarino, un siluro giallo emerge dall'acqua dirigendosi verso di me. Faccio appena in tempo ad afferrarlo, lo guardo.....il porta banana!!!!
Lo apro. Banana salva. La sbuccio e la mangio.
